Ho finito di leggere un testo di psicologia di Luca Mazzucchelli, che non ha bisogno di pubblicità per farsi conoscere, avendo fatto molti video che sono online su YouTube.
Luca è uno psicoterapeuta e imprenditore che ha trovato nella società il suo spazio, dopo il classico rodaggio e, ammettiamolo, anche con la fortuna di aver qualche incontro importante. Ma non si è mai tirato indietro e ha avuto coraggio di affrontare molte cose.
Nel libro si parla proprio di questo coraggio che tutti dovremmo avere per poter andare avanti, per poter arrivare a essere felici. Cita anche alcuni personaggi che hanno avuto il coraggio di fare alcune scelte e sono stati premiati.
Ma non è di Luca che vorrei parlarvi, ma di Rosa Parks, che egli cita appunto nel libro, quando tratta l’argomento sul coraggio.
Rosa Parks nasce a Tuskegee, Alabama (Stati Uniti) nel 1913. A diciannove anni sposa Raymond Parks, barbiere di carnagione bianca, che faceva parte del movimento per i diritti civili. Dividendosi tra il lavoro di sarta e l’attivismo politico al fianco del consorte, si distinse per il supporto offerto a nove ragazzi afroamericani (gli Scottsboro Boys), che dopo una rissa su un treno vengono accusati ingiustamente di aver usato violenza su due ragazze bianche, a cui la Parks mostrerà supporto emotivo e concreto, partecipando e organizzando diverse iniziative a favore della loro liberazione.
Ma l’avvenimento più eclatante è avvenuto Il 1 Dicembre 1955, a Montgomery, Alabama. Terminata la giornata lavorativa, la quarantaduenne Rosa Parks, di pelle nera e di professione sarta, prende l’autobus 2857, diretta a casa. Si siede in una fila centrale, ma quando dopo poche fermate sale un passeggero bianco, il conducente le chiede di alzarsi per lasciargli il posto, come impongono le regole.
Rosa conosce perfettamente queste regole: i neri siedono dietro, i bianchi davanti, mentre i posti centrali sono misti e si possono usare solo se tutti gli altri sono occupati, ma la precedenza spetta sempre ai bianchi. «Non stavolta», pensa Rosa, e senza rifletterci troppo risponde che «no», non intende alzarsi. A quel punto, il guidatore del mezzo chiamò la polizia che arrestò la donna.
La Parks fu quindi incarcerata con l’accusa di “condotta impropria”, ma poche ore dopo l’accaduto venne scarcerata grazie a Clifford Durr, un avvocato bianco e antirazzista, da sempre impegnato nella battaglia per i diritti civili della comunità afroamericana, che decise di pagare la cauzione alla donna.
«Dicono sempre che non ho ceduto il posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente, non più di quanto lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro… No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire»
Quel rifiuto la trasforma all’improvviso in un’eroina dei diritti dei neri.
Fu citata come “La madre del movimento per i diritti civili”.
L’autobus citato, ora esposto all’Henry Ford Museum
Tratto da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Rosa_Parks
https://www.studenti.it/rosa-parks-storia-biografia-e-pensiero.html
https://www.focus.it/cultura/storia/la-storia-di-rosa-parks-eroina-dei-diritti-dei-neri