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I proverbi Fiamminghi

Ho inserito questo nuovo articolo, insolito per me, legato a un quadro. Mi è stato proposto da un fotografo professionista, Roberto Pestarino.

Il suo avvicinamento alla fotografia l’ho trovato bizzarro e per questo ho iniziato una collaborazione con lui.

I “PROVERBI FIAMMINGHI” DI ROBERTO PESTARINO

A spasso tra pittura e storia con un pizzico di ironia.

Il progetto “Proverbi fiamminghi – da Brueghel a Pestarino” di Roberto Pestarino si compone di 31 scatti fotografici che consistono in una rivisitazione del dipinto, in olio su tavola, di Pieter Brueghel il Vecchio, datato 1559 e conservato nella Pinacoteca di Berlino.

Sulla scia del lavoro di Bosch, Brueghel dà vita, in questo quadro, ad uno spettacolare paese in cui ogni persona compie un’azione ed ogni azione implica un’osservazione meditata. È uno spaccato di vita quanto mai veritiero, che sa mettere a nudo l’animo umano, con il suo bagaglio di debolezza e di forza.

Roberto Pestarino, dopo aver studiato quest’opera, ha voluto trasferirla ai nostri giorni e trasformare i tanti vizi degli uomini in essa evidenziati in spunti per farne, in una lettura ribaltata, virtù.

Nelle varie scene personaggi in carne ed ossa, ma vestiti con costumi d’epoca, attualizzano il proverbio scelto. In ogni scatto proposto dal fotografo è stata posizionata una riproduzione del frammento dell’opera di Brueghel che si è inteso presentare al riguardante, sempre presente il cavalletto.

Realizzare le varie scene ha richiesto l’intervento di attori, truccatori, costumisti. Le scene sono state create talvolta all’aperto, talvolta all’interno. Il lavoro è stato realizzato in collaborazione con Cristina Lucchini la quale si è occupata della regia.

Il progetto, curato dall’esperta d’arte Claudia Ghiraldello, è corredato da un catalogo per le edizioni del Centro Culturale “Conti Avogadro di Cerrione”.

Tre proverbi con interpretazione di Roberto Pestarino:


Pesce grande mangia pesce piccolo

Il pesce grande mangia il pesce piccolo”. Può essere che un giorno il pesce grande impari ad aiutare il pesce piccolo.


Portare l’acqua al mulino altrui

Tirare per avere la fune più lunga”, ossia portare l’acqua al proprio mulino, Pestarino sprona a portare acqua al mulino altrui perché se ne avrà certa ricompensa.


Plasma la tua materia

Lanciare piume al vento”, ossia lavorare senza uno scopo, bensì darsi da fare per creare qualcosa di nuovo, vedendo nei fallimenti un’opportunità di riscatto.

Carl Larsson e la Casa sotto il Sole

Oggi vorrei scrivere sulla originale casa-museo del pittore Carl Larsson e della sua famiglia, essendo uno dei luoghi più visitati in Svezia.

Carl nacque a Stoccolma nel 1853 in una famiglia indigente. Egli iniziò a studiare in una scuola per bambini poveri, ma a 13 anni fu ammesso all’Accademia Reale Svedese delle arti di Stoccolma. Timido e introverso ebbe  difficoltà relazionali, tuttavia, col passare degli anni riuscì a farsi conoscere per il suo talento.

Dopo aver lavorato come illustratore di libri e giornali, nel 1880 si trasferì a Parigi, dove incontrò l’artista Karin Bergöö, che presto diventò sua moglie.

Dopo poco tempo lasciò la pittura a olio, tecnica maggiormente utilizzata da lui, per dedicarsi all’acquerello.

Nel 1988 la coppia si trasferì nel piccolo villaggio svedese di Sundborn, in una casa che fu decorata ed arredata rispecchiando il loro gusto artistico; i loro eredi hanno trasformato questa casa in un museo che è ancora oggi visitabile.

Carl e Karin ebbero 7 figli, e proprio i suoi familiari divennero i soggetti preferiti per le composizioni dei suoi acquerelli. Scene di vita quotidiana.

Si dedicò a molte opere, alcune molto importanti, come gli affreschi al Teatro dell’Opera ed al Museo Nazionale di Belle Arti di Stoccolma, ma con poco riscontro da parte dei critici.

Nelle sue memorie Larsson si dichiarò amareggiato per il riscontro negativo da parte dei critici riguardo il suo lavoro con gli affreschi,  che lui  considerava essere il suo risultato più grande; nelle stesse memorie riconobbe però che le immagini della sua famiglia, per lui,  furono la parte più immediata e durevole del suo lavoro, perché espressione genuina della sua personalità, dei suoi sentimenti più profondi e di tutto il suo amore per la moglie e i figli.

Oggi lo si ricorda soprattutto per l’originale abitazione in Svezia, donata a suo tempo, dal padre di Karin, che negli anni, per esigenze di spazio, avendo 7 figli,  fu ampliata più volte. Venne soprannominata Casa sotto il  Sole. Essi la decorarono uscendo fuori dai canoni di quell’epoca. I colori scuri, predominanti in quel periodo, furono sostituiti da colori chiari e caldi. Fu soprattutto karin la progettista di tutto: creò tappezzerie, tessuti, disegnò i mobili e Carl invece realizzò dipinti murali raffiguranti i loro figli.

La Casa sotto il Sole oggi appartiene ancora ai tanti pronipoti della coppia ed è visitabile.

Carl Larsson morì nella sua casa di Sundborn il 22 gennaio 1919.

Tratto da:
https://it.wikipedia.org/wiki/Carl_Larsson