Quante volte abbiamo riscontrato che le favole diventano realtà? Basta ricordare alcune favole classiche per pensare che ciò può realmente esistere.
Esempio tipico Biancaneve, dei fratelli Grimm, del 1812, che tratta dalla vera storia di Margarete von Waldeck, una giovane nobildonna tedesca. I suoi genitori erano proprietari di una miniera e assumevano dei ragazzini per lavorarci, in condizioni di sfruttamento giovanile. Da qui l’idea dei 7 nani, riferendosi appunto alla loro altezza. Anche il rapporto con la matrigna trae spunto da vicende reali. La vera matrigna di Margarete odiava così tanto la ragazza che decise di mandarla alla corte di Bruxelles. Qui la giovane conosce il principe Filippo II di Spagna. Un amore destinato al lieto fine proprio come nelle favole. Peccato che il padre di lui si oppose a tale unione e decise di avvelenare la ragazza. Non è certo una favola a lieto fine ma se le circostanze fossero state diverse avrebbe potuto esserlo.
Altra famosa fiaba Hansel e Gretel, del 1812, sempre dei fratelli Grimm. Lo spunto è stato dato per il vagabondaggio dei bambini in seguito alla grande carestia che colpì l’Europa. In particolare la vicenda riguarda la Germania del Trecento. Le persone, per sopravvivere in questo contesto compirono atti di violenza, compreso l’infanticidio e il cannibalismo. Probabilmente la favola si riferisce a due orfani abbandonati.
E Cenerentola, di Charles Perrault, che si rifà a una vera storia cinese .
Ma torniamo alla favola attuale di cui vorrei parlarvi: Il libro della giungla, di Rudyard Kipling, scritto nel 1894.
Un classico, conosciuto e utilizzato dal mondo scout per i principi educativi. Il libro descrive le avventure di Mowgli, un cucciolo d’uomo perdutasi nella giungla indiana, adottato e cresciuto da un branco di lupi.
E oggi, nell’era moderna, ritroviamo la nostra Mowgli, in India, come nel libro, ma allevata da scimmie e non lupi. È una bimba all’incirca di 8 anni.
Un ufficiale di polizia in pattugliamento nella Riserva naturale di Katarniaghat è rimasto incredulo nello scorgere una bimba nuda che correva nascosta tra le scimmie.
Questi, con cautela, ha tentato immediatamente un avvicinamento: la bimba e le scimmie hanno preso ad urlare nel tentativo di spaventarlo. L’ufficiale, con estrema pazienza e perseveranza, alla fine è riuscito a portarla via consegnandola ai medici dell’ospedale locale, dove è stata soprannominata Mowgli 2.0
Solo il tempo ci dirà quanto e quanto la bimba potrà tornare alla normalità ma i medici sono fiduciosi in questo, data la giovane età della fanciulla.
Le auguro con tutto il cuore che la sua sia una favola a lieto fine.