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Il coraggio dei fratellini colombiani

Stamane ho appresa la notizia del ritrovamento dei 4 fratellini, che hanno girovagato nella foresta amazzonica colombiana per 40 giorni, dopo un incidente aereo, dove hanno perso la vita la mamma e altri 2 adulti.

Non voglio in questo articolo parlare della vicenda perché in questi giorni si potrà leggere e sentire molto di questo miracolo straordinario, ma mi sento di fare un momento di riflessione su questo fatto.

Il senso logico fa pensare che se tutti i 4 bambini si sono salvati saranno stati seduti in una parte dell’aereo che li ha salvati, ma mi piace credere che il tutto possa essere un monito.

In molte scuole vengono organizzate gite al Parco avventura, dove vengono utilizzati dai bambini i “ponti tibetani”, cioè ponti traballanti, i “tree climbing”, comunemente detta arrampicata sugli alberi, l’utilizzo di liane e molto altro, tutto questo in estrema sicurezza. Per loro può essere un gioco, ma se anche una minima parte di questo potesse essere d’aiuto in circostanza estreme, sarebbe bellissimo.

Per i bambini cambogiani non era un gioco, ma una realtà, di cui non si sarebbero mai aspettati di far parte. Eppure anche loro ne sono usciti “provati”, ma indenni.
Non sottovalutiamo mai la capacità dei bambini!

Sicuramente, in questa storia, il fatto che fossero tutti insieme ha decisamente instaurato in loro l’istinto di sopravvivenza e, anche se debilitati e consapevoli che la loro mamma non c’era più, credo che sia stato essenziale che vi fossero anche due bambini più grandi, su cui il gruppo si è appoggiato, ma se pensiamo alla responsabilità che si sono addossati, da soli in una giungla per così tanto tempo, mi fa venire la pelle d’oca.

La speranza, unita all’aiuto che hanno ricevuto tramite kit di soccorso inviati per via aerea, le loro capacità nel muoversi nella giungla, costruendo rifugi improvvisati e mangiando frutta hanno rappresentato per loro la salvezza

Mi ha molto colpito, come nonna, leggere che parte di questo lieto fine è legato alle conoscenze ancestrali trasmesse dalla loro nonna. Si racconta che uno degli elicotteri utilizzati per la ricerca abbia diffuso un messaggio, registrato proprio da questa, in lingua huitoto che diceva loro di smettere di muoversi nella giungla. Credo che se hanno avuto modo di sentire la registrazione , questo li abbia aiutati a non sentirsi soli.

 E vorrei allora ricordare tutti gli altri bambini coraggiosi, in un modo o in un altro, di cui ho scritto nel blog in questi anni :

Andrè Roussimoff:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Andr%C3%A8+Roussimoff+

Bimba sirena: 
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=la+bimba+sirena

Frida Kahlo:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Frida+Kahlo+

Gypsy Blanchard:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Gypsy+Blanchard+

Hellen Keller:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Hellen+Keller

Johnny Clem, il tamburino
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Johnny+Clem+

Le gemelle Dionne:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Le+gemelle+Dionne

Mowgli, la bimba indiana:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Mowgli

Mr Mowgli tra i lupi:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Mr+Mowgli+tra+i+lupi

Ruby Bridges:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Ruby+Bridges

Stephen Hawking:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Stephen+Hawking+

Suzanne Walcott (bambole Gorjuss) :
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Suzanne+Walcott%2C+

Wang Fuman, la storia di fiocco di neve:
http://www.tiraccontounastoriablog.com/?s=Wang+Fuman

La nuova Mowgli

Quante volte abbiamo riscontrato che le favole diventano realtà? Basta ricordare alcune favole classiche per pensare che ciò può realmente esistere.

Esempio tipico Biancaneve, dei fratelli Grimm, del 1812, che tratta dalla vera storia di Margarete von Waldeck, una giovane nobildonna tedesca. I suoi genitori erano proprietari di una miniera e assumevano dei ragazzini per lavorarci, in condizioni di sfruttamento giovanile. Da qui l’idea dei 7 nani, riferendosi appunto alla loro altezza. Anche il rapporto con la matrigna trae spunto da vicende reali. La vera matrigna di Margarete odiava così tanto la ragazza che decise di mandarla alla corte di Bruxelles. Qui la giovane conosce il principe Filippo II di Spagna. Un amore destinato al lieto fine proprio come nelle favole. Peccato che il padre di lui si oppose a tale unione e decise di avvelenare la ragazza. Non è certo una favola a lieto fine ma se le circostanze fossero state diverse avrebbe potuto esserlo.

Altra famosa fiaba Hansel e Gretel, del 1812, sempre dei fratelli Grimm. Lo spunto è stato dato per il vagabondaggio dei bambini in seguito alla grande carestia che colpì l’Europa. In particolare la vicenda riguarda la Germania del Trecento. Le persone, per sopravvivere in questo contesto compirono atti di violenza,  compreso l’infanticidio e il cannibalismo. Probabilmente la favola si riferisce a due orfani abbandonati.

E Cenerentola, di Charles Perrault, che si rifà a una vera storia cinese .

Ma torniamo alla favola attuale di cui vorrei parlarvi: Il libro della giungla, di Rudyard Kipling, scritto nel 1894.

Un classico, conosciuto e utilizzato dal mondo scout per i principi educativi. Il libro descrive le avventure di Mowgli, un cucciolo d’uomo perdutasi nella giungla indiana, adottato e cresciuto da un branco di lupi.

E oggi, nell’era moderna, ritroviamo la nostra Mowgli, in India, come nel libro, ma allevata da scimmie e non lupi. È una bimba all’incirca di 8 anni.

Un ufficiale di polizia in pattugliamento nella Riserva naturale di Katarniaghat è rimasto incredulo nello scorgere una bimba nuda che correva nascosta tra le scimmie.

Questi, con cautela, ha tentato immediatamente un avvicinamento: la bimba e le scimmie hanno preso ad urlare nel tentativo di spaventarlo. L’ufficiale, con estrema pazienza e perseveranza, alla fine è riuscito a portarla via consegnandola ai medici dell’ospedale locale, dove è stata soprannominata Mowgli 2.0

Solo il tempo ci dirà quanto e quanto la bimba potrà tornare alla normalità ma i medici sono fiduciosi in questo, data la giovane età della fanciulla.

Le auguro con tutto il cuore che la sua sia una favola a lieto fine.