C’era un albero in fondo a un bosco,
non era bello, lo riconosco,
una volta aveva una grande famiglia,
sorelle e fratelli, una meraviglia.
Lui era stato sempre gracilino,
tutto il tronco macchiato, poverino,
tutti i suoi aghi cadevano giù,
quindi era spoglio con il capo all’ingiù.
I suoi fratelli eran stati tagliati
nel freddo inverno e poi portati,
chi in una casa, chi in un grande giardino,
chi in un terrazzo o un balconcino.
E lui da solo era rimasto
nel freddo bosco, con un tempaccio,
no, non poteva stare così,
che senso aveva ancora star lì?
Ma venne il caldo e il suo cuoricino
cominciò a battere quando un bambino,
venuto nel bosco, con molta fatica,
si appoggiò al suo tronco con esili dita.
Guardò il bambino e le sue gambette,
erano esili, non eran perfette
e lui capì perché era ancora lì,
per fare da appoggio a lui ogni dì.