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Canzone: La barchetta di carta

Ho sempre scritto filastrocche o favole abbinando poi una grafica o un disegno, questa volta invece ho fatto il contrario. 

Mi è venuta in mente una vecchia canzone dello zecchino d’oro, del 1993, intitolata La barchetta di carta. 

Riporto di seguito il testo.

Con una pagina di un vecchio giornale
Là sulla spiaggia un nonno occasionale
Mi ha fatto una barchetta un po’ speciale
Che galleggia superba sul mare.

È proprio bella, mi sembra un’ammiraglia
Mi piace tanto perché mi fa sognare
Non è mai stanca e si lascia guidare
Per ore ed ore senza brontolare…

Non ci sto dentro, ma sono il capitano
E la manovro con una sola mano
Solchiamo i mari immensi della fantasia
Poi torno a casa perché ho nostalgia

Ho già girato
In lungo e in largo il mondo
Ma che succede?
La barca si è inzuppata…
Ahimè! La mia ammiraglia è affondata!
Chissà se il nonno me ne farà un’altra…

È proprio bella, mi sembra un’ammiraglia
Mi piace tanto perché mi fa sognare
Non è mai stanca e si lascia guidare
Per ore ed ore senza brontolare…

Non ci sto dentro, ma sono il capitano
E la manovro con una sola mano
Solchiamo i mari immensi della fantasia
Poi torno a casa perché ho nostalgia

Non ci sto dentro, ma sono il capitano
E la manovro con una sola mano
Solchiamo i mari immensi della fantasia
Poi torno a casa perché ho nostalgia…

Iniziativa filastrocche

Siamo di nuovo giunti alla premiazione della filastrocca di Maggio con la collaborazione del forum Graficamia. 

La vincitrice è Emanuela con il lavoro abbinato alla filastrocca:

Le sette ochette

Vi guardo e vi dico che siete belle,
sette ochette, tutte sorelle,
chissà perché vi chiaman giulive,
forse perché siete aggressive?

A dir la verità non so che vuol dire,
ho usato la rima per non farlo capire,
ma ora non serve, ormai ve l’ho detto,
sono piccina, ho poco intelletto.

Vi ho portato in questo boschetto,
ma non c’è l’acqua per fare il bagnetto,
ma se usiamo la fantasia,
potete nuotare con frenesia.

Facciamo che il prato sia un ruscello
e che poi dentro mettiamo un cestello,
io dentro a questo mi adagio pianino
e voi sguazzate da sera a mattino.

Ogni bambino ha la sua fantasia,
chi parla con un merlo o va in Tunisia,
è questo il bello di noi piccini,
giochiamo con niente e siam tutti bellini!

Favola: la fantasia

C’era una volta un bambino molto povero che viveva con la sua famiglia ai margini di un bosco. Il papà Jerry era un falegname, mentre la mamma Emily badava ai figli.

Tommy, il protagonista, era il terzo di cinque figli.

La mamma aveva il suo bel da fare per stare dietro a tutti loro, così aveva dato a ognuno dei figli un compito giornaliero da eseguire: chi andava alla fontana a prendere l’acqua, chi si interessava della legna per il camino, chi dava una mano a governare la casa, ecc. ecc.

La giornata passava velocemente tra una incombenza e l’altra, ma lo loro era una famiglia felice molto unita.

I bambini avevano anche molto tempo per giocare e la vita all’aria aperta gli concedeva molte possibilità.

I giocattoli invece erano pochi, solo quelli che il papà, tra un lavoro e l’altro, riusciva a costruire.

Con il legno che gli avanzava costruiva trenini, carriole, macchinine, bambole a cui poi la mamma metteva dei piccoli straccetti a mo’ di vestito.

La famiglia era unita e felice. Erano tutti in buona salute e con il lavoro del papà potevano acquistare il cibo necessario per tutti.

Ma il piccolo Tommy aveva un sogno: voleva vedere il mare.

Ne aveva sentito parlare spesso e aveva fantasticato su di esso. Sapeva che era immenso, che conteneva molte varietà di pesci, che potevi approdare su isole deserte. Ma questo per lui poteva essere solo un sogno perché non avrebbe mai potuto realizzarlo visto che i suoi genitori erano poveri.

La sua famiglia conosceva questo suo desiderio e una sera, mentre Tommy era fuori a guardare la luna, si riunirono per vedere cosa potevano fare, così nacque un’idea.

Il giorno del suo compleanno gli regalarono un piccolo veliero e tutta la famiglia aveva collaborato nella realizzazione. Il papà aveva costruito la barca, la mamma aveva cucito le vele da un lenzuolo, tutti i fratelli si erano adoperati per addobbarla.

Era magnifica.

Quando Tommy aprì il piccolo pacchetto avvolto in carta di giornale restò meravigliato.

Era bellissima. Ma sapeva che con quella non avrebbe mai raggiunto il mare, perché rimaneva pur sempre un giocattolo.

Il suo papà, vedendo la sua perplessità lo prese sulle ginocchia e gli disse:

«Caro Tommy, noi abbiamo lavorato per realizzare questo tuo sogno. Ora tocca portarlo avanti. Hai dentro di te la cosa più importante che possa esistere e che ognuno di noi ha: la fantasia.»

E questo consiglio servì al piccolo Tommy.

Da allora, alla sera prima di andare a dormire, guardava la sua barca e fantasticava. E nel sonno si vedeva viaggiare nel mare al timone della sua barca, al suo fianco i delfini si alzavano in volo, i gabbiani lo accompagnavano nella sua rotta, piccole isole piene di alberi e di frutti lo affiancavano e lui, solo in mezzo all’oceano, si sentiva felice.

 

Nuova iniziativa per bambini

Eccomi pronta a lanciare la proposta di Marco, del blog: https://marcoscrive.wordpress.com

Marco ha preannunciato alcuni mesi fa una bellissima iniziativa per i bambini e io  avevo già scritto qualcosa in merito nel mio blog. Ora che inizia la nuova stagione e iniziano tutti gli impegni, è giunto il momento di ricordarla e buttarci tutti assieme in questa impresa. Siete pronti? Il canale è Baby Book’s TuBe

Vi chiederete “Assieme chi?”. Insieme ad alcuni amici blogger, appassionati di scrittura,  che hanno appoggiato la sua idea, ben 17 e voi, cari bambini, ne sarete i principali protagonisti.

“Per cosa?” Per scrivere! Tutto quello che volete: racconti, poesie, filastrocche. La fantasia non vi mancherà.

Avete mai sentito parlare di progetto? Il progetto è una idea, un programma, un sogno da portare avanti. Noi blogger non siamo altro che coloro che vi aiuteranno in questo, ma i veri artefici siete voi. Voi sarete gli scrittori!

“In che modo potreste aiutarci?” Ogni bambino che manderà un racconto, una poesia o una filastrocca, vedrà il suo lavoro trasformato in video e pubblicato sul CANALE YouTube marcoscrive.

Potete anche inviare voi stessi un video, se preferite, facendovi aiutare da mamma e papà, da un fratello maggiore o da un’insegnante.

“Ma tutti i lavori inviati verranno inseriti?” Sì, tutti, non ci saranno preferenze o lavori scartati perché saranno vostre creazioni. Questi verranno inseriti in ordine di ricezione.

“Ma come faccio a sapere quando il video verrà messo in rete?” Sarete contattati per e.mail e vi verrà inviato il video per la vostra approvazione e quella dei vostri genitori. Solo dopo  che avremo la vostra approvazione lo pubblicheremo sul CANALE YouTube marcoscrive.

Inoltre chi vorrà potrà mandare anche la recensione (scritta, audio o video) di un libro che ha letto, in modo da invogliare altri a leggerlo o farselo leggere. Questa recensione verrà pubblicata nello spazio RUBRICA BABY BOOK RECENSIONI.

Ciao e spero di leggere presto il tuo nome su Baby Book’s TuBe

Come inventare una favola o fiaba per bambini?

 

Bimba, lettura  Come inventare una favola? Da quali elementi bisogna partire per scrivere una favola o fiaba? Il principio essenziale per entrambe è che parliamo di un racconto di fantasia.

  Se i bimbi sono piccoli, per distrarli o farli addormentare, inventiamo storie senza seguire nessuna regola, ma sempre a lieto fine. Parliamo di fate, bambini, animali…

  Se invece i bimbi sono più grandi si può affidare a loro questo compito, chiedendo  di definire i protagonisti  (nel caso della favola di quali animali) e la trama. Anche il luogo, in questo caso, deve essere adatto allo scopo, un luogo tranquillo, silenzioso.

  Con la mia nipotina, come già scritto, abbiamo sfatato un pò questo principio. Il luogo era sempre il medesimo: la passeggiata in campagna. E i personaggi erano gli animali che incontravamo durante questo percorso. Allora sono nate storie con leprotti dalle orecchie piccole, formiche che mangiano le patatine, l’uccellino che non voleva volare…

  Quindi ho “distrutto” il concetto del luogo tranquillo e silenzioso. E’ dentro di noi che dobbiamo avere il silenzio per percepire, cogliere ogni presenza, immedesimarsi, ideare.

  Nella mia corrente esperienza con gli anziani tutto è diverso. Il concetto di base è il medesimo: il luogo non è appartato, il sottofondo è un vocio di suoni, parole e a volte musica. Coloro che sono più lontano fanno difficoltà a sentire per cui il mio intervento è ripetere ai singoli soggetti di cosa stiamo parlando e il proseguimento della storia. Tutti devono collaborare, non si deve escludere nessuno.

  Inizio con lo scrivere, dopo aver fornito l’imput, il personaggio o i personaggi della nostra favola. All’inizio ho riscontrato una certa difficoltà perchè il personaggio (animale) doveva essere conosciuto da loro, averlo visto o avuto per poterci scrivere una trama. Era difficile parlare di un animale di cui avevano solo visto la foto o in tv. Dovevano conoscerlo, avere avuto a che fare con esso. La fantasia è difficile da acquisire se non conosci. quindi abbiamo scritto storie sul gatto, il cane, ratto, pecore, capre, uccellino, cavallo, rondine….

  Con il tempo e la maggior conoscenza reciproca abbiamo spaziato in animali meno conosciuti, quindi è subentrato il lupo. Animale particolare e non facile da incontrare.

  All’inizio le nostre storie avevano come protagonisti animali con “nessun potere magico” o “fattezze insolite“. Adesso, dopo 8 favole, siamo riusciti ad “immaginare”, avendo agito con la fantasia, dei girini in groppa a delle libellule

Fantasia

  E’ nata così la nuova favola: “La grande festa sull’acqua”. Leggendogliela, la settimana successiva, dopo averla elaborata e trascritta, ho notato che all’unanimità quest’ultima è stata quella che è piaciuta di più. Perchè? Perchè è insolita  e particolare. Unico elemento aggiunto alle altre? La fantasia! 

  Chissà cosa riserberà il proseguimento delle storie, l’unica cosa certa adesso è che ne subentreranno altre. 

  “La Fantasia è come la polvere delle ali di una farfalla: senza di essa non si potrebbe più spiccare il volo”. (Giovanni Canu)