Mi ha molto colpita la storia di un bambino, narrata in televisione da Morgan Freeman, il famoso attore statunitense. Non un bambino con un futuro normale ma di un prescelto.
Nonostante le diverse figure e le diverse pratiche, l’essere umano è da sempre abituato all’idea che in qualche modo ci siano degli eletti che guidano la nostra fede.
Ma gli eletti sono sempre consapevoli di esserlo? O hanno un destino preconfigurato dal quale non possono sottrarsi?
Jalue Dorje è un ragazzino di 9 anni che a prima vista può sembrare un tipico bambino americano, nativo dei sobborghi del Minnesota. Ama, come molti suoi coetanei, il calcio il nuoto e i Pokemon. Tuttavia il suo destino è particolare e molto diverso dagli altri, egli ha un destino pianificato: è considerato la reincarnazione di un lama buddista.
La reincarnazione è una credenza centrale della religione buddista. Quando i leader spirituali noti come Lamas muoiono, c’è un processo elaborato per identificare il bambino che rappresenta il nuovo eletto.
Ma andiamo a ripercorrere la sua incredibile storia.
I genitori di Jalue sono una coppia tibetana trasferitasi in America nel 1999.
Essi, tramite sogni e aneddoti particolari, avevano notato fin da subito che il loro bambino era speciale.
L’intrigo sulla vera identità di Jalue si approfondì quando un Lama venerato visitò la comunità e i suoi genitori ebbero l’opportunità di condividere i loro sogni e sospetti con il leader spirituale.
Nella tradizione tibetana il processo di riconoscimento di una reincarnazione varia a seconda delle circostanze. Maestri spirituali attingono da una varietà di segnali.
Nel caso di Jalue Dorjee, era il sogno di un anziano monaco che aveva visitato la sua casa nel Minnesota.
Usando frecce e preghiera , il Lama è stato in grado di dedurre che Jalue era una reincarnazione di un leader spirituale buddista. Tuttavia, non poteva specificamente indicare quale Leader fosse. Quella conferma avrebbe dovuto pervenire dallo stesso Dalai Lama.
La conferma arrivò nel gennaio 2009, quando il Dalai Lama inviò alla famiglia una lettera che riconosceva formalmente Jalue come la reincarnazione di Taksham Karma Yongdu Choekyi Nima, un eminente lama anziano, morto 9 anni prima.
La vita di Jalue Dorjee avrebbe dovuto subire numerosi cambiamenti per conformarsi alla situazione e all’ufficio che il Dalai Lama gli aveva accordato. Per esempio, i suoi capelli non dovrebbero essere più lunghi più di due pollici, secondo le abitudini dei monaci buddisti.
Da quel momento, la sua vita è radicalmente cambiata. Non ha avuto un attimo di esitazione nel ritenersi pronto a affrontare il suo nuovo cammino, a diventare quello che non avrebbe mai pensato di essere.
“Sono un monaco ma anche un bambino.” dice Jalue a proposito del suo destino. “Imparo come aiutare, come funziona il mio corpo, imparo ad essere gentile, ad avere pace”.
Dopo aver completato gli studi negli Stati Uniti, Jalue vivrà in India per 10 anni. Tornerà quindi in Minnesota dove parteciperà alle cerimonie religiose.
In passato, la tradizione voleva che gli altri Lamas si trasferissero in un monastero in Tibet o, più recentemente, in India, dove il Dalai Lama e migliaia di seguaci hanno vissuto in esilio dal 1959. Tuttavia, in questo caso il Dalai Lama ha suggerito che l’educazione monastica di Jalue fosse rimandata di qualche altro anno, in modo tale da mantenere un buon equilibrio tra il tradizionale sistema di credenze buddiste e quello del mondo moderno.
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