Al piccolo Tommy piaceva ballare
e in tante occasioni lo poteva fare,
che fosse in casa o nel giardino
o nel negozio del suo vicino.
Per lui non c’era cosa più grande,
per lui ballare era troppo importante,
i suoi piedini si muovevano tanto
e i suoi salti erano un incanto.
Sì, i suoi modi eran forse aggraziati
e i suoi vestiti spesso attillati,
ma non ci poteva proprio far niente
e non importa se non piaceva alla gente.
Veniva però spesso umiliato
dai suoi amici che giocavan nel prato,
correvano sempre dietro a un pallone,
per loro non c’era gioco migliore.
Lui non amava mai giudicare,
per loro era bello poter giocare
tutti assieme, oppure rivali
e ricever applausi a piene mani.
Invece ai suoi amici non era gradito
il suo modo di fare, non concepito,
ma la natura a volte è un po’ strana
oggi c’è il sole o piove per una settimana.
Egli sapeva quel che voleva
e il ballo nel suo cuore ardeva,
no, non riusciva a vedere il domani.
l’importante era l’oggi e non i giorni lontani.
Sapeva solo che la vita è grandiosa
e lo appassionava molto ogni cosa,
che fosse un fiore oppure un bambino
o un uccellino nel suo giardino.
Sapeva che amare è molto importante
e di risorse ne aveva tante,
ma non intuiva a chi avrebbe dato il suo cuore
che era pieno, zeppo d’amore.
“Amo ballare, non è una faticaccia
forse mi chiuderanno la porta in faccia,
ma io sono così, che ti piaccia o no,
e se mi ami il mio cuore ti do”.