Il nostro soggetto in questa storia è la Gazza. In piemontese si chiama Berta, da “uccello ciarliero” o più propriamente da “persona che ridice tutto”.
Ritorniamo alla nostra storia che questa volta non è una favola. Infatti nello scriverla, nel cercare di comporre la solita trama per poi ampliarla e strutturarla, sono usciti, da parte dei partecipanti, aneddoti di storia vera, vissuta in prima persona, legate alla gazza, più corretto dire alla Gazza ladra!
Quindi non parleremo da favola ma di realtà!
Luigina ci racconta che una sua conoscente aveva l’abitudine di lucidare la serie di cucchiaini d’argento, ma quando li poneva sul tavolo ne mancava sempre uno. Non sapeva darsi una spiegazione a questo, finchè un giorno vide una gazza che, entrando dalla finestra, ne portava via uno con il becco. Dopo vari giorni sono stati trovati nel fienile. Tutti allineati!
Pina invece ricorda che i suoi genitori avevano le galline e ogni giorno, nel raccogliere le uova, ne trovavano qualcuna vuota. Era rimasto solo il guscio.
Si accorsero che la gazza usava il becco come punteruolo per fare un buco e succhiare il contenuto.
Lucia invece ricorda che la mamma le aveva raccontato che, quando era giovane, teneva in casa una gazza addomesticata. Un giorno aveva posato l’anello d’oro sulla mensola e ha visto l’amata gazza che lo portava via, in volo.
Inutile dire che l’anello non è stato più ritrovato ma la gazza “ha preso il volo”, nel senso giusto della parola, cioè la madre l’ha scacciata da casa.
Milva invece, tutti gli anni, deve far la guardia alle ciliege del suo albero, perchè le gazze le beccano o le portano via.
Chissà quante altre storie sono legate alla nostra Berta, noi abbiamo voluto raccontarvi queste.