C’era un volta una bellissima bimba che desiderava tantissimo avere un gattino rosso. Tutti i giorni chiedeva a mamma e papà di regalarglielo ma i suoi genitori erano contrari. “I gatti sporcano” le dicevano; “i gatti graffiano”; “i gatti non sono affettuosi”. Sempre tante scuse per non regalarle il tanto desiderato gatto!
Un bel giorno la bimba, camminando insieme alla nonna vicino a un prato, sentì un miagolio tra alcuni cespugli, si avvicinò cautamente e cosa vide dentro un piccolo cestino di vimini abbandonato lì da qualcuno? Un bellissimo gattino grigio e bianco, con qualche piccolissima macchia arancione.
Non era possibile, quello che aveva desiderato da tanto tempo era lì, di fronte a lei: piccolo, indifeso, affamato, infreddolito. Il colore del pelo non era rosso ma la bimba non ci fece nemmeno caso. Cosa poteva fare, non poteva lasciarlo lì ma portarlo a casa significava prendersi una bella sgridata. Era anche certa che la mamma le avrebbe detto di riportarlo dove lo aveva trovato, qualcun’altro lo avrebbe preso! Ma la bimba, molto furba, pensò che le nonne devono servire a qualcosa, le nonne amano troppo i nipotini per rifiutare e quindi, perchè non approfittarne e dirle di tenere lei il gattino? La bimba avrebbe provveduto a tutto, avrebbe aiutato la nonna nell’accudirlo. La prima risposta della nonna non fu diversa da quella della mamma:”i gatti sporcano, graffiano” ecc. ecc.
Insomma, doveva esserci un rimedio, se il destino l’aveva aiutata a trovare un gattino, a lei toccava darsi da fare per convincere almeno la nonna. Il gattino poteva stare in giardino e non in casa, delle scarpette di lana potevano prevenire i graffi finchè non fosse diventato adulto. E così convinse la povera nonnina a tenerlo. Con il tempo il gattino divenne il più grande amico della bimba e non fu mai graffiata, anche senza scarpette. Fece anche tantissima compagnia alla nonna e le sue coccole e fusa furono un bellissimo esempio di amore reciproco. Dovunque la nonna andasse il gattino, a cui diedero il nome di Birba, la seguiva costantemente.
Con il tempo la nonna accettò che il gattino vivesse in casa, insieme a lei. La bimba non poteva essere più felice, aveva finalmente un gattino con cui giocare e anche la nonna, a cui voleva moltissimo bene, aveva compagnia e non si sentiva più sola.
Soprattutto però nel giardino della nonna non si videro più i topolini!