L’orso triste

Un bellissimo Orso bianco che viveva al Polo Nord era sempre molto triste perchè non gli piaceva essere bianco. Il colore del suo mantello era uguale a tutto lo scenario che lo circondava (neve, ghiaccio, orsi, ermellini). Lui voleva essere diverso per distinguersi dagli altri. Il bianco lo accecava, non lo sopportava più!  Mentre  stava solitario su una banchina di ghiaccio, osservando ciò che lo circondava, malinconico. Il Signore lo vide e decise che doveva fare qualcosa, non poteva vederlo così.

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Una mattina di sole, al suo risveglio, l’orso rimase impietrito, le sue zampe erano marroni, così anche il corpo e, specchiandosi in una lastra di ghiaccio, vide anche che il muso era marrone. Era diventato un Orso bruno!

Saltellò e gridò di gioia, finalmente il suo sogno si era esaudito! Corse dai suoi fratelli, dai suoi amici, ma nessuno lo riconobbe e ne ebbero paura: chi era questo strano essere che si aggirava tra gli Orsi polari? Era aggressivo, era venuto da dove? Come mai era lì, nel loro ambiente immacolato? E l’orso si trovò da solo, nessuno lo invidiava, nessuno lo considerava, nessuno voleva stare con lui. Eppure aveva pensato il contrario, che la diversità accomunava non che divideva. Con lo scendere della notte poi nessuno lo vedeva, così scuro, per cui gli altri orsi gli battevano contro, facendogli anche male.

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Oh, povero di me, disse l’Orso, voglio diventare come prima, non mi piace essere diverso, non mi piace essere scuro. Rivoglio i miei amici, i miei genitori, i miei fratelli. Il Signore, nella sua bontà, esaudì di nuovo il suo desiderio e lo fece diventare bianco, ancora più luminoso di prima.

Da allora l’orso visse felice, contento di come era, e adesso addirittura aveva capito che era bellissimo, nel suo candido manto. E si fece così nuovi amici.

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Morale: impara ad amarti e a accettarti per come sei. Solo così sarai pienamente felice.

 

2 pensieri su “L’orso triste

    1. lucia barabino Autore articolo

      Hai ragione Michelle, se vogliamo che gli altri ci accettino dobbiamo prima accettarci noi. Un abbraccio

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