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Il passerotto occhialuto

Un passerotto mentre volava
contro ogni cosa si schiantava
e non riusciva a capire il perché,
sapeva volare, altro non c’è!
Il passerotto era carino,
aveva un musino birichino,
un piccolo becco molto appuntito,
ma alcune volte tornava ferito.
Andando a sbattere continuamente,

a volte si faceva male e a volte niente,
ma molto spesso era ammaccato
e qualche volta anche tagliato!
Mamma passero lo portò dal dottore,
un gufo saggio e molto sornione,
guardò il musino e poi gli occhietti
che non trovò proprio perfetti.
Doveva trovare una soluzione

per il passerotto e aveva ragione.
Tutta la notte restò alzato

ma un rimedio aveva trovato.
Quel povero passero tanto carino

non ci vedeva da vicino!
Prese due lenti, un fil di ferro,
li mise insieme e fece un modello.
Forse un po’ strano ed inusuale
di occhialino, per poter volare.
Ora se guardi lassù nel cielo
e vedi brillare a ciel sereno,
è il passerotto, ma non lo fissare
perché si potrebbe…vergognare!

Le stagioni del mare

Un bambino guarda il mare
e ritorna a giocare,
prende sabbia e secchiello
e comincia a fare un castello.
È talmente impegnato

con le torri e il tracciato,
non si accorge di nient’altro
gioca con il papà a fianco.

Un ragazzo guarda il mare
e comincia a scrutare,
cerca chi tra le onde nuota
e il suo sguardo intanto nota
una giovane ragazza
che gli piace abbastanza,
deve solo avvicinarsi
e in breve presentarsi.

Una mamma guarda il mare
e comincia a sognare,
era bello poter nuotare
e tuffarsi in alto mare.
E poi a riva ritornare

e abbronzarsi fino a scottare,
ma ora non lo può più fare,
ha il bambino da guardare.

Una nonna guarda il mare
e il ricordo in mente appare,
lei, al sole a crogiolare
e il suo corpo da osservare.
Pensa al tempo che è volato
e le torna in mente il passato.
Quanti ricordi dentro al mare,
quanti pianti da dimenticare.

Lei da sola sulla spiaggia,
e il mare l’asciugamano bagna,
una lacrima cade giù,
non importa, è solo una in più.
La sua vita è stata bella,
alza lo sguardo e vede una stella.

Guarda l’onda avanzare
e ricomincia di nuovo a sognare.

L’uccellino ferito

Ho visto un uccellino ferito in un prato,
non ho capito se è caduto o cosa è stato,
forse la sua mamma gli insegnava a volare
e lui però non è riuscito ad imparare.

Si sente solo, si sente smarrito,
non ha capito perché è ferito,
eppure aveva ascoltato per benino,
in cosa ha sbagliato, si sente un cretino.

I suoi fratelli gli volan vicino,
eppure hanno fatto lo stesso cammino,
perché loro sì e invece lui no,
è molto triste tutto ciò.

Ma noi non siamo tutti uguali,
chi mette prima o dopo le ali,
chi vola veloce e va lontano,
chi gira intorno a un deltaplano.

Il nostro uccellino adesso ha capito,
si guarda l‘ala un poco smarrito,
ma guarirà, questo lo sa,
e riprenderà il volo, ma con mamma e papà!

Il piccolo elfo

Babbo Natale è proprio arrabbiato,
uno degli elfi è influenzato,
non era proprio questo il momento,
ma che vuoi farci, con questo tempo…

L’amico elfo era quello dei pacchetti,
li disponeva sempre perfetti,
i più pesanti li metteva sotto,
altrimenti tutto arrivava rotto.

Questo compito a chi poteva affidare,
non c’era nessuno che lo poteva fare,
l’elfo brontolone se lo poteva scordare,
l’elfo ghiottone pensava solo a mangiare.

Poi vide in un cantuccio l’elfo “bambino”,
chiamato così perché era il più piccino,
stava in disparte, ma guardava ogni cosa,
forse con lui poteva risolver qualcosa.

Gli diede dei pacchi, senza dirgli il perché,
doveva fare una torre, altro da sapere non c’è,
il piccolo elfo comincia a sistemare,
i pacchi più pesanti, in fondo, dovevano stare.

Oh oh, che gioia, disse Babbo Natale,
ho trovato l’elfo che mi può aiutare,
non serve l’altezza per certi lavori,
serve la testa, con tutti i suoi accessori.

Come regalo gli fece fare un viaggetto,
il piccolo elfo era interdetto,
aveva fatto giusto perché si era interessato,
si meritava questo viaggio fatato.

Babbo Natale…in mutande

Oh oh, che fatica, sono arrivato,
ma il mio vestito è tutto bagnato,
ho tanta strada ancora da fare,
devo per forza farlo asciugare.

Lo stendo per bene in un cortile,
devo far piano, non mi devon sentire.
Sento rumore nella casetta,
voci di bimbi e di una maestra.

Sono in mutande, non mi devon vedere,
sennò che figura…è meglio tacere.
Mi affaccio un pochino alla finestra,
tanti visini, c’è aria di festa.

Vedo le luci, un alberello,
vedo il presepe con l’asinello,
che armonia, che pace mi da,
presto il vestito si asciugherà.

Mi spiace lasciare questo ambiente fatato,
ma il mio tempo ormai se n’è andato,
metto il vestito tutto di fretta,
aspetto la slitta e auguro “Buona Festa!”

Gli elfi e Babbo Natale

Siamo gli elfi e siam piccini,
noi piacciamo a tutti i bambini,
ma non abbiamo ancora capito
se è per i doni o il nostro vestito.

Scendiamo all’alba dal nostro lettino
e ci portiamo dietro un catino,
una campana rimbomba nell’aria,
è la nostra sveglia ed è necessaria.

Tutti di corsa andiamo a lavarsi,
è un grande caos per accaparrarsi,
sia il sapone che l’asciugamano,
facciamo presto o la colazione saltiamo.

Poi profumati e tutti bellini
andiamo a finire i giocattolini,
chi è addetto alle bambole o ai trenini,
chi ai peluche o ai cavallini.

Che bella atmosfera che noi creiamo,
una musica dolce nell’aria sentiamo,
siamo ancora assonnati e anche stanchini,
ma Natale è vicino: pensiamo ai bambini!

Ecco, siam pronti, è tutto finito,
facciamo i pacchetti con qualche candito,
le renne aspettano che i sacchi mettiamo,
son pronte a partire e tutti aspettiamo.

Ecco Babbo Natale, è ancora più bello,
per noi lui è un caro fratello,
no , anzi, qualcosa di più,
gli vogliamo un gran bene tutti quassù.

Ed ecco che partono, con un saluto,
anche questo Natale abbiamo potuto
costruire giocattoli per i bambini,
siamo proprio contenti, anche se siam piccini.

Una inaspettata amicizia

Un bacio all’improvviso,
stampato sul mio viso,
chissà chi me lo ha dato,
forse si è sbagliato.

Mi giro e c’è un bambino,
ha in mano un pacchettino,
mi dice”È un regalino”,
lo apro, c’è un cuoricino.

Ripeto, si è sbagliato,
a me il cuore ha dato?
Io sono un bambino,
mi ha visto da vicino?

Poi guardo il suo sorriso,
gli si illumina il viso,
chi son io per giudicare
e dir chi deve amare?

Non siamo tutti uguali,
due braccia e quattro mani,
se una non ne ho,
che male io ti fò?

Chi parla e canta sempre,
chi risponde malamente,
chi si isola in cantina,
chi va in giro con la radiolina.

Chi è bianco, giallo o nero,
non importa, per davvero,
se sei alto oppure basso,
se sei smilzo o grasso.

E allora caro amico,
prendo il regalo e sai che dico?
Non sarò mai il tuo Amore,
ma se vuoi sei nel mio cuore.

I due uccellini amici

Due uccellini sono in un prato,
uno dei due però è azzoppato,
non si sa bene come è successo
e purtroppo, è proprio mal messo.
 
L’altro uccellino si ferma a guardare
e non capisce che cosa può fare,
gli lecca la zampa, lo vuole guarire,
è molto triste vederlo patire.
 
Gli porta un vermetto, lo vuol consolare,
è l’unica cosa che adesso può fare.
Deve pensare, lui è ancora piccino,
ma ha un cuore grande, come un mastino.
 
Per quanto ci pensi non c’è nulla da fare
e solo il tempo lo può risanare,
può stargli vicino, farlo mangiare,
la compagnia non gli deve mancare.
 
Passano i giorni e sono poi tanti,
l’uccellino sta bene, ce l’ho qui davanti,
comincia a saltare sulla zampina,
è buona cosa, mi dice una vocina…
 
Allora ho capito che l’amore fa tanto,
sono stato bravo e un po’ me ne vanto,
niente è nessuno ci potrà separare,
se guardi su in cielo ci vedrai volare.
 

Festeggiamo il Natale

Per questo Natale un po’ strampalato,
in questi giorni che ricordan il passato,
è molto difficile stare a guardare
quello che avviene in oltremare.

Eppure dobbiamo chinare la testa
e fare lo stesso una grande festa,
per tutti quelli che ci sono vicini,
ma soprattutto per i bambini.

Allora apriamo la nostra casetta,
accendiamo le luci e iniziamo la festa,
Babbo Natale ci porterà i doni
anche quest’anno, se siam stati buoni.

Stampiamo sul viso un grande sorriso,
poniamo il cibo che sarà condiviso,
pensiamo un attimo a chi ci ha lasciato
perché in questo giorno non sia scordato.

E allora facciamo che questa giornata,
possa esser di gioia e non rovinata,
diamo la mano a chi ci è vicino
e non scordiamo che oggi è nato un Bambino.

Filastrocca:la rinascita della farfalla

Oggi ho visto che nella piscina
era caduta una farfallina,
sbatteva le ali, voleva volare
ma non ce la poteva proprio fare.

La tirai fuori delicatamente
ma il suo respiro era assente,
io non sapevo che cosa fare
e la misi al sole ad asciugare.

Aveva le ali trasparenti
con delle strisce fluorescenti
e due antenne sul suo capino
e un corpicino marroncino.

E dopo vidi che respirava
e l’ala di destra piano vibrava,
voleva aiutarsi e darsi calore,
voleva togliersi da quel torpore.

E poi a un tratto cominciò a volare
e poco dopo sopra a un fiore girare.
L’avevo aiutata a tornare in vita,
la mia preghiera era stata esaudita.

Filastrocca: mamma

Mamma, dal viso sempre stanco,
il tuo capello diventato bianco,
il tuo sguardo dolce ed affettuoso,
le tue carezze, un gesto prezioso.

Quanti anni passati a coccolare,
quante notti in piedi a vegliare,
ma avevi sempre un grande sorriso,
niente traspariva sul tuo bel viso.

Se tutte le mamme si tenessero per mano,
forse il mondo sarebbe un po’ più umano,
se tutte le mamme facessero un girotondo,
che bello sarebbe questo mappamondo.

Il bianco, il nero e ogni altro colore,
starebbe dentro il cerchio senza nessun timore,
se il cieco, il sordo e altra diversità,
si sentirebbero amati senza perplessità.

Mamme della storia, di oggi e del domani,
accogliete questo dono, a piene mani,
non c’è suono più bello che si possa sentire,
non c’è parola più bella che si possa udire.

Filastrocca: anche le bambole hanno un cuore

Sono una bambola e questo si vede,
non piango e non dormo, ho poche pretese.
Mi sveglio al mattino con la padroncina,
scendiamo dal letto e mi tiene vicina.

Dicono che noi bambole non abbiamo un cuore,
ma questo non è vero, il mio è pieno d’amore,
la bella bambina che è sempre con me,
sa che io l’amo, senza un perché.

Quando al mattino sono nella stanzetta,
mi sento sola, sola soletta,
il tempo non passa, mi sento giù,
le ore scorrono, non ne posso più.

Ma quando è sera la casa si riempie,
di mille suoni, in ogni ambiente,
arriva la mamma e poi il papà,
la mia padroncina che fratelli non ha.

E allora mi scordo della giornata,
mi sento allegra ed appagata,
mi ritrovo in braccio alla mia amichetta,
sono felice e la notte ci aspetta!

Filastrocca: l’eleganza del merlo

Un merlo passa
e poi vola via
ha fatto notare
la sua grande maestria
nel prendere il volo
e nel camminare
a testa alta
senza tanto pensare.
Col suo manto nero
di estrema eleganza
con gli altri uccelli
dà dimostranza
che non serve avere
un colorato piumaggio
e una livrea
non ti dà il coraggio.
Per quanto si dice
che il nero non è bello
se hai un bel portamento
diventa un gioiello,
il becco arancione
gli dona quel tocco
di estrema eleganza
in un corpo un po’ tozzo.
Persino le uova
che fa sono belle,
un tocco di cielo
e qua e là delle stelle.


Filastrocca: Babbo Natale senza vestito

Oh oh, che fatica, sono arrivato
ma il mio vestito è tutto bagnato,
ho tanta strada ancora da fare,
devo per forza farlo asciugare.

Lo stendo per bene in un cortile,
devo far piano, non mi devon sentire.
Sento rumore nella casetta,
voci di bimbi e di una maestra.

Sono in mutande, non mi devon vedere,
sennò che figura…è meglio tacere.
Mi affaccio un pochino alla finestra,
tanti visini, c’è aria di festa.

Vedo le luci, un alberello,
vedo il presepe con l’asinello,
che armonia, che pace mi dà,
presto il vestito si asciugherà.

Mi spiace lasciare questo ambiente fatato,
ma il mio tempo ormai se n’è andato,
metto il vestito tutto di fretta,
aspetto la slitta e auguro “Buona Festa!”

Filastrocca: Gesù Bambino

Oggi la mia nipotina
mi è venuta vicina
e mi ha chiesto, d’amblé
“Nonna, il Natale cos’è?”

Cara, il Natale è assai bello,
c’è un bue e un asinello
§e nella grotta un bambino
che giace nel suo paglierino

A fianco ha la sua mamma
che gli mette a posto la paglia,
mentre il suo papà lo governa
e guarda in alto una stella

La nascita di questo bambino
è stata un evento divino,
tutti lo voglion vedere
e accorron per questo ottenere

Ecco il Natale cos’è,
non regali o luci, ahimè,
ma la nascita di questo Bambino
che ha cambiato il destino

Filastrocca: il bruchetto diventa farfalla

Mi sono nascosto dietro a un funghetto,
non sono bello ma sono perfetto.
Mi piace nascondermi dietro ogni cosa
e poi fare “Bu!” Io mi diverto e rido a iosa!

Io amo tanto questo giardino,
mi infilo in ogni buco perché son piccino,
poi vado anche sull’altalena,
ma non tanto forte perché ho mal di schiena.

Scivolo piano dentro l’erbetta
e qui per trovarmi non abbiano fretta,
io mi  mimetizzo molto bene
e poi sto fermo, che mi conviene.

C’è un grande omone che mi fa paura,
è sempre fermo nella stessa postura,
non ho capito che ci sta a fare,
è in mezzo ai ciliegi:ne vuole assaggiare?

C’è anche uno scivolo e ci salgo pianino,
ci metto tantissimo, gradin per gradino,
ma poi è uno spasso scivolare giù,
arrivo ammaccato, sempre a testa in giù!

In questo giardino, che non è solo mio,
ci sto molto bene, ci sto da Dio
e poi se piove mi metto al riparo,
c’è una casetta dal tetto un po’ chiaro.

Lì posso dormire tutta la notte,
ma poi al mattino ho le ossa rotte,
sono vecchino ma non è poi tanto male,
ho l’esperienza, ne puoi approfittare!

Avete capito bimbi chi sono?
Non posso aiutarvi, vi chiedo perdono.
La soluzione dovete trovare
e nel mio orecchio poi pronunciare.

Secondo me avete capito,
bravo allora chi ci è riuscito.
Allora adesso posso salir su un bocciolo,
non striscio più, mi libro in volo.

E per chi non ha ancora capito,
ero un bruco e mi sono svestito!

Filastrocca: il gattino

Oggi ho preso in mano un gattino
e l’ho girato vedendo il pancino;
tante tettine, un nido d’amore
e ho sentito batter forte il suo cuore.

E allora ho iniziato a pensare
a quante boccucce poteva sfamare,
se abbia 4 o 10 tettine,
se faccio il conto c’è da impazzire.

Ci son tanti gatti sparsi nel mondo
e tante persone gli portan conforto,
chi lascia il cibo fuor dal portone
e chi li fa entrare per poche ore.

E poi ci sono i più fortunati
che addirittura sono stati acquistati,
dal pelo raso o morbidosi,
per tutti i gusti si rendon preziosi.

Essi sono di compagnia
anche se a volte se ne vanno via,
riescono a tranquillizzare gli ansiosi
e se ci giocano li rendon gioiosi.

Non si può dire altro dei gatti,
se non che fanno molti misfatti,
addio alle tende o ai cuscinoni,
in fin dei conti i gatti sono…birboni!

Filastrocca: l’albero nel bosco

C’era un albero in fondo a un bosco,
non era bello, lo riconosco,
una volta aveva una grande famiglia,
sorelle e fratelli, una meraviglia.

Lui era stato sempre gracilino,
tutto il tronco macchiato, poverino,
tutti i suoi aghi cadevano giù,
quindi era spoglio con il capo all’ingiù.

I suoi fratelli eran stati tagliati
nel freddo inverno e poi portati,
chi in una casa, chi in un grande giardino,
chi in un terrazzo o un balconcino.

E lui da solo era rimasto
nel freddo bosco, con un tempaccio,
no, non poteva stare così,
che senso aveva ancora star lì?

Ma venne il caldo e il suo cuoricino
cominciò a battere quando un bambino,
venuto nel bosco, con molta fatica,
si appoggiò al suo tronco con esili dita.

Guardò il bambino e le sue gambette,
erano esili, non eran perfette
e lui capì perché era ancora lì,
per fare da appoggio a lui ogni dì.

Filastrocca: la mia stella

C’è una stella su nel cielo
che mi guarda, per davvero…
se mi sposto qua e là
anche essa lo farà.

È una stella luminosa
che fa luce su ogni cosa
ma mi viene da pensare
che vicina mi vuol stare.

E ripenso alla nonnina
che mi svegliava ogni mattina,
un bacino sul visino
e poi giù dal mio lettino.

Che ricordi che io ho,
dei suoi gesti, del suo amor,
del suo cuore così grande
dal calore inebriante.

Quante cose mi ha insegnato,
quante volte mi ha abbracciato,
non la potrò mai più scordare
e quella stella me la fa ricordare.

Filastrocca: il potere dell’acqua

Ci son due bambine sedute su un masso,
guardano il fiume che fa un gran fracasso,
seguon con gli occhi le onde sull’acqua,

le può bagnare e avrebbero un’esultanza.

L’acqua è proprio un bene prezioso,
ogni bambino la guarda gioioso,
che sia di un fiume oppure del mare,
ci porta gioia, non si può negare.

Le onde del mare sulla battigia,
una barca al largo in una giornata grigia,
una boa lontano per non affogare,
molte conchiglie si posson trovare.

Il fiume invece ti porta lontano,
le onde scorrono ma non vanno piano,
i sassi rotolano e fanno rumore,
un pesce salta e ti viene il batticuore.

Di altra acqua si può ancora citare,
ma è un’altra storia da raccontare,
per oggi del fiume e anche del mare,
abbiamo parlato e può bastare.

Filastrocca: il mio nuovo amico

Lo sai che il mondo oggi è proprio strano
disse un bambino alla sua palla in mano,
gli aveva disegnato due grandi occhioni
e una bocca larga con due dentoni.

Se tu oggi parli non ti stanno a sentire,
se alzi la voce ti dicon di zittire,
non ho capito cosa devo fare,
posso dir la mia o solo ascoltare?

Vorrei comunicare ciò che sento,
anche se alcune volte non ha nessun senso,
ma è pur bello poter dialogare
e non sempre e solo dover bisbigliare.

Non ho paura di dir ciò che penso,
solo così la mia presenza ha un senso,
altrimenti sarei proprio come te,
che ascolto soltanto, come un bebè.

Decisi allora di darmi da fare,
parlare al pallone non era normale,
gli diedi un calcio e urtò un bambino,
con lui da allora gioco per benino.

Filastrocca: la mantide cerca marito

Una mantide religiosa si vuole sposare
ma non trova nessuno che la porti all’altare.
Tanti maschietti ci vorrebbero andare
ma non c’è nessuno che lo osa fare.

Questo insetto infatti è un po’ strano
se allunghi una zampa la mangia pian piano.
È molto strana questa cosa qui
ma purtroppo la Mantide fa proprio così.

Prima di tutto non è molto bella,
però ha un corpo da modella,
le lunghe zampe sono una figura
da far invidia a qualsiasi creatura.

La sua nomea gira in qua e in là
non ha amicizie e lei questo lo sa,
ma non importa, lei è fatta così
È alta e snella e si piace così.

Iniziativa filastrocche

Siamo giunti alla premiazione della filastrocca del mese di aprile, tramite la collaborazione con il mio blog e il forum Graficamia

La vincitrice di questo mese è Paola con il lavoro abbinato alla filastrocca:

Il bambino paffuto

Sono carino, ma ho un po’ di pancino,
ma non mi vergogno: sono piccino.
Le mie guancette sono tondette,
ma se guardate sono perfette.

Io sono allegro e anche burlone,
se poi mi amate vi dono un fiore.
Questa immagine era sfocata,

ma con photoshop l’ho ritoccata.

Sono seduto sopra di un ramo,
spero che regga, ce lo auguriamo,
non voglio fare un capitombolo
se no poi rotolo, tanto sono tondo.

Gioiamo alla vita, a chi è paffuto,
a chi è magro o occhialuto,
in questo lavoro il mondo è solare,
un lampione mi illumina: che bello sognare!

Filastrocca: il sogno incantato

Stamattina presto mi sono svegliata
e in un batter d’occhio mi son preparata,
ho indossato il vestito più bello

ed ero incerta se metter il cappello.

Ho preferito inserire dei fiocchi,
ci stavan bene, i capelli sono corti,
poi sono uscita di casa, pianino
e mi sono diretta verso il giardino.

Che bella atmosfera che ho trovato,
un albero tronco che ho attraversato,
al di là un castello e mille colori,
scintillii di luci venivano fuori.

Ero in un mondo tutto incantato,
i piedi leggeri in un posto fatato
e mi destreggiavo di qua e di là,
tra nuvole e fiori, con molta abilità.

Di colpo un rumore mi fa sobbalzare,
c’è poca luce, mi devo adattare
e mi ritrovo nella mia cameretta
e sulla porta la mamma che aspetta.

È stato un sogno ed è stato bello,
mi alzo di scatto con un saltarello
e guardo la mamma e il suo sorriso,
l’abbraccio forte: questo è il Paradiso!

Iniziativa filastrocche

È da più di un anno che collaboro con il forum Graficamia. 

Ogni mese inserisco nel loro forum un contest con una nuova filastrocca e le bravissime grafiche eseguono un lavoro  inerente la filastrocca inserita, cambiandola ogni mese.

Non è cosa semplice ma loro con grande impegno riescono sempre ad abbinare al tema della filastrocca un bellissimo lavoro grafico. 

La vincitrice del mese di Febbraio è Duchessa con il lavoro abbinato alla filastrocca:

L’uccellino altruista

Un uccellino è passato su un prato
e si è appoggiato ad un ramo spezzato,
gira la testa di qua e di là,
ha molta fame ma fortuna non ha.

Nel freddo inverno, dove tutto è ghiacciato,
trovare del cibo non è proprio scontato,
i vermi ormai sono tutti spariti

e anche i semi si son rinsecchiti.

Eppure qualcosa deve trovare,
non può vivere senza mangiare.
Ecco, vede una luce in una casina,
è molto lontana ma è tanto carina.

Dispiega le ali, è pronto a partire,
prima o poi la fortuna deve venire,
comincia a volare e va piano piano,
fa molta fatica e la casa è lontano!

Si appoggia sul vetro della finestra,
si accorge che dentro c’è una gran festa,
ma poi, con lo sguardo vede un piattino
con dentro le briciole, sul balconcino.

Anche per lui oggi è un festa,
mangia le briciole ma qualcuna ne resta,
vuole dividerle con un altro uccellino
e spicca il volo dal balconcino.

   

Filastrocca: il mio fratellino

Mamma ha chiamato me e papà,
doveva parlarci, altro non si sa,
forse ho fatto una marachella,
oppure deve dirci una cosa bella.

Ella ci ha detto che aspetta un bambino,
papà è raggiante, io solo un pochino.
dovrei divider con lui la stanza
e poi di giochi non ne ho abbastanza.

Non era proprio quello che volevo,
ho detto la mia, non so se potevo.
La famiglia adesso si allargherà,
un nuovo bebè presto arriverà.

Dovrò dividere adesso il loro amore,
ma ci sarò ancora sempre nel loro cuore?
Oppure di me si sarebbero scordati
e nemmeno a scuola saremmo più andati?

Passarono i mesi in tranquillità,
mamma era più bella, il perché non si sa,
ella si sentiva stanca e affaticata,
ma un bel giorno sarebbe stata ripagata.

Ed ecco che nacque il mio fratellino,
era piccolo, gracile ma era bellino,
gli presi la mano, era freddina,
ma era molto bella e piccolina.

Mi dispiacque subito di aver pensato
che questo bimbo non lo avrei amato,
lo strinsi a me con grande affetto,
era mio fratello ed era perfetto!

Filastrocca: la vita nel laghetto

Nel mio giardino
c’è un laghetto,
non è tanto grande
ma è perfetto.

Ci sono rane
e anche girini
ed è la gioia
di tutti i bambini.

Se guardi dentro
ci sono tante foglie
con sopra le rane
e l’acqua le accoglie

Si tuffano sempre,
è un trampolino
e il loro ‘splash’
fa sussultare un bambino.

I fiori nell’acqua
sono ondeggiati
basta un poco di vento
per vederli spostati.

Non hanno una sede,
non sono ancorati,
si mischian tra loro
son molto fortunati.

E se la sera
ti fermi a guardare
è tutto più calmo
e ti ci puoi specchiare.

Sol le libellule
librano sopra,
dai colori brillanti,
verde, blu o rosa.

Iniziativa filastrocche

Siamo giunti alla premiazione dell’ultima filastrocca di quest’anno, cioè quella di Dicembre, con la collaborazione tra il mio blog e il forum Graficamia.

La vincitrice è Paola con il lavoro abbinato alla filastrocca:

Babbo Natale e la casa nel bosco

In una piccola casa nel bosco
viveva un uomo, era un po’ orso,
non gli piaceva molto parlare
ma tutto il giorno si dava da fare.

Tagliava la legna, curava gli uccelli,
amava molto i pipistrelli,
erano brutti, nessun li voleva,
forse per questo ad esso piacevan.

Un giorno al caldo, nella casetta,
mentre di fuori c’era tempesta,
si mise a pensare: “Che vita che faccio,
sono qui solo, con questo tempaccio.

Io sono qui, nella casetta,
sono al caldo ma nessuno mi aspetta,
lo so, non amo molto parlare,
ma se insisto ce la posso fare”.

Chiamò a raccolta i suoi amici animali,
doveva lasciarli e andar dagli umani,
solo così poteva trovare
un nuovo amico con cui conversare.

Qualcosa di bello doveva portargli,
qualcosa di raro doveva fargli,
prese del legno e cominciò a lavorare,
fece un carretto, poteva bastare.

Ma fece ancora tanti altri oggetti,
venivano bene, eran perfetti.
Un cavallino, la macchinina,
anche un pupazzo e la bambolina.

E mise tutto dentro un sacco,
pesava tanto, era proprio fiacco,
chiamò allora degli amichetti,
erano gnomi, piccoletti.

Avete capito di chi parliamo,
e che ogni anno noi festeggiamo?
È Babbo Natale, che ama i bambini
e porta i doni anche ai birichini.

Filastrocca: i semi delle virtù

Sono piccina ma tanto carina,
forse il visino ho da furbina,
ma sono brava con gli altri bambini,
so farmi amare per averli vicini.

Ogni mattino vado a vangare,
molte cose ho da seminare,
in un lungo solco metto la Speranza,
ma non credo che ce ne sia abbastanza.

Nel solco vicino vorrei l’Amore,
quella bella virtù che ti riempie il cuore,
di questi semi ne ho abbastanza
e ogni anno me ne avanza.

L’ultima cosa che vorrei seminare
si chiama Gioia, il lasciarsi andare:
un caldo abbraccio, un bacino fraterno,
con tutto questo il mondo è più bello.

Ora annaffio tutto per benino,
fra poco tempo spunterà un piantino,
e poi un altro e un altro ancora…
Che bella cosa, non vedo l’ora!

Filastrocca:la topina a tre zampe

C’era una topina molto piccina,
senza una zampa, poverina.
Un giorno sul fuoco si era scottata
e il Gufo dottore gliel’aveva tagliata!

Per la topina non era importante
sulle tre zampe andava alla grande,
saltava sempre di qua e di là
ed ogni cosa riusciva a far.

Ma un giorno incontrò un topolino,
era proprio macho, molto carino.
Alla topina piaceva assai
e pensò “Un bel giorno mi sposerai”.

Si fece avanti il bel topolino,
la guardò negli occhi, le venne vicino,
aveva notato che era impacciata
e così d’impulso l’aveva abbracciata.

Dopo tre mesi si unirono a nozze
e arrivarono su due carrozze,
lei era vestita a puntino,
un abito lungo le copriva il bustino.

Ebbero tanti bei topolini,
la loro gioia non ebbe confini,
non importava quel che a lei mancava,
per lui era bella, anche quando camminava.